Attacchi di panico: farne a meno in 4 sedute!

 

Un attacco di panico è una manifestazione d'ansia estrema, caratterizzata da sintomi principalmente fisici, quali dolori al petto, tachicardia, brividi, sudorazione, tremori, formicolii, sensazioni di soffocamento, nausea o disturbi addominali, sensazione di confusione o svenimento, che vengono spesso scambiati per minacciosi disturbi medici: basti pensare che il 70% delle persone che si rivolge a un Pronto Soccorso sospettando di avere un infarto riceve una “diagnosi” di attacco di panico.

 

Si stima che circa il 30% delle persone nel corso della propria vita incorrerà almeno una volta in un attacco di panico. Gli attacchi di panico durano in genere pochi minuti e raramente si prolungano oltre l'ora: tuttavia, specie quando si presentano per la prima volta, non sono facilmente riconoscibili e gestibili.

 

L'ansia è un'emozione normale e importante: ci segnala un pericolo da evitare o fronteggiare, o una prova da affrontare. Le migliori prestazioni si ottengono a un livello intermedio di ansia: non avere affatto ansia in vista di un esame potrebbe facilmente portarci a trascurare lo studio, troppa ansia potrebbe crearci difficoltà di concentrazione. Livelli elevati di ansia interferiscono con la sua funzione di “segnale”. In questi casi, l'ansia diviene un ostacolo: un malessere diffuso e costante o attivato di frequente da stimoli specifici, comunque invalidante. Può presentarsi slegata da qualsiasi circostanza reale, scatenarsi implacabile a partire da un nesso irrazionale o amplificare eccessivamente la minaccia rappresentata da un pericolo o da un'incombenza.

 

Perché? Le esperienze avverse che viviamo possono portare l'ansia a divenire patologica. I disturbi d'ansia sono espressioni di credenze patogene, spesso inconsce, che originano da situazioni traumatiche o relazioni insoddisfacenti subite nel corso della propria vita, specie durante l'infanzia e l'adolescenza, e che portano la persona ad associare il perseguimento di un certo obiettivo, desiderio o bisogno sano a un'evenienza negativa per se stessa o per le persone a lei care. Qualche esempio:

  • un attacco di panico può sorgere quando inconsciamente o meno si teme di gravare sugli altri chiedendo aiuto, o si ritiene che sia da deboli farlo, e magari ci si trova in un periodo in cui si avrebbe particolarmente bisogno di supporto;

  • può sorgere quando ci sentiamo in colpa o temiamo di perdere ogni possibilità di essere felici al pensiero di lasciare una relazione, un lavoro o una facoltà che non ci soddisfa, non ci fa stare bene o non ci piace;

  • può sorgere se, in un periodo di particolare benessere o in prossimità di raggiungere un successo desiderato, ci sentiamo inconsciamente in colpa nello stare meglio dei nostri familiari gravati da malattia o difficoltà,

  • o quando, desiderosi di portare avanti i nostri progetti personali, ci sentiamo sommersi da responsabilità che non ci competono ma che non ci sentiamo in diritto di lasciare per occuparci di noi stessi.

    Le cause degli attacchi di panico possono essere tante quanti sono i tipi di esperienze avverse che si possono vivere e le credenze patogene che da tali esperienze possono derivare. Per questo motivo, il panico va ascoltato non soppresso: è importante ricercare l'ascolto di chi sappia comprenderlo.

 

Contattare uno psicologo può aiutarti a comprendere meglio il tuo disagio emotivo e a superarlo. Spesso sono sufficienti 4 incontri per superare definitivamente gli attacchi di panico; in alcuni casi può volerci più tempo. Ad ogni modo, dietro il panico spesso si nascondono altri bisogni e altre problematiche che, una volta venute a galla, possono essere affrontate nel corso degli incontri stessi o di un trattamento psicoterapeutico più lungo. Mai mettere un limite al proprio benessere e alla propria autorealizzazione.

 

Dott. Giuseppe Stefano Biuso