LA SINDROME DA CROCEROSSINA/CROCEROSSINO

Ti senti sempre in dovere di aiutare gli altri? Credi di doverli salvare dal loro malessere, dalla loro stanchezza, dalle loro sofferenze? Questa propensione è alla base della Sindrome da Crocerossina.

 

Ma cos'è davvero questa famosa sindrome? Da cosa nasce?

 

 

 

 

 

 

 

Il termine “crocerossina” identifica le donne appartenenti al Corpo delle infermiere volontarie della Croce Rossa Italiana, nato nel 1908. Con il tempo questo termine è giunto a indicare quelle persone che tendono a prendersi cura del/la proprio/a partner fino a trascurare i propri bisogni e desideri.

 

È sano e normale essere altruisti: cercare di alleviare le sofferenze delle persone a cui vogliamo bene è qualcosa di intrinsecamente piacevole, un'attitudine umana presente fin dai primi anni di vita, ingrediente importante per avere buone relazioni a patto che esso sia guidato e affiancato da un sano egoismo, e riguardi rapporti caratterizzati da reciprocità.


Cos'è la Sindrome da Crocerossina?

Se i comportamenti altruistici sono naturali, sani e piacevoli, l'altruismo a senso unico, l'altruismo che porta ad annullarsi per l'altro, è tutt'altra cosa.

 

La Sindrome da Crocerossina si fonda sull'idea irrazionale di essere estremamente responsabili del benessere e\o del malessere dell’altro. Tale idea di base porta a essere sempre pronti a prendersi cura dell'altro, spesso a discapito dei propri bisogni.

Per chi soffre della Sindrome da Crocerossina, i bisogni dell'altro sono sempre prioritari: prendersi cura dell'altro è l'unico modo per sentirsi importanti, meritevoli d'amore, appropriati, buoni o giusti. Non di rado i propri bisogni vengono sentiti come una colpa se non permettono di occuparsi prima di tutto del partner.

 

Spesso la “crocerossina” si ritrova intrappolata in relazioni con partner bisognosi, fragili o narcisisti, dove ricopre il ruolo della “partner accudente”, trascurando i propri malesseri e dimenticandosi delle proprie necessità. Di fatti, la “crocerossina” e il “crocerossino” difficilmente riescono a interrompere una relazione insoddisfacente, perché troppo preoccupati di far stare male la persona a cui sono legati.

 

Da cosa può nascere questo senso di responsabilità estremo nei confronti del benessere dell’altro?

 

Il dovere, e il potere, di prendersi cura dell’altro” spesso nasce dall'essere cresciuti con familiari fragili, sofferenti e/o problematici.

  • Il futuro “crocerossino” ha sentito, o gli è stato espressamente chiesto, di doversi prendersi cura del malessere delle persone che amava e ha creduto che il suo aiuto era per loro indispensabile.

  • Può aver ricevuto critiche, rifiuti o non essere stato considerato quando si dedicava a se stesso invece di accontentare i genitori o i fratelli.

  • Può aver vissuto in una famiglia in cui l'altruismo era una virtù che doveva essere perseguita anche a costo dei propri interessi e delle proprie esigenze personali.

  • Oppure, può aver visto la propria madre sacrificare se stessa per piegarsi all'esigenza del padre (o il contrario).

 

Queste esperienze lo hanno condotto a credere, consciamente o meno, che:

  • il sano egoismo è sbagliato e dannoso,

  • amore e interesse possono essere ottenuti solo soddisfacendo le esigenze altrui,

  • non essere altruisti costituirebbe un atto di slealtà inaccettabile nei confronti della propria famiglia,

  • oppure che affrancarsi da una sottomissione dolorosa porterebbe a fare un torto al genitore o un fratello che ha sprecato la sua vita sacrificandosi per gli altri.

L'altruismo è sano, l'egoismo pure. E l'altruismo è sano solo se i propri bisogni, le proprie esigenze e la propria prospettiva rimangono al primo posto.

Una relazione sana è caratterizzata da due persone i cui bisogni, emozioni, paure e desideri sono ugualmente importanti e in cui a nessuno viene chiesto di rinunciarvi.

 

È importante che i propri bisogni vengano riconosciuti e legittimati, affinché non siano messi da parte e non ci si costringa a rimanere schiacciati dalle esigenze altrui. Rivolgerti a uno psicologo potrà esserti utile in questo: verrai aiutato a scoprire le cause che ti hanno portato a sviluppare questo senso di responsabilità eccessivo e irrazionale e a superarlo, al fine di poter cominciare a godere di rapporti in cui poter continuare ad amare e rispettare te stessa/o.

 

 

Dott.ssa Giorgia Abate