Quando la tristezza non passa

La tristezza è un'emozione che normalmente si attiva in reazione a eventi che ostacolano i nostri desideri e si oppongono alla realizzazione del nostro benessere. È una risposta innata a frustrazioni, separazioni o perdite che ha una funzione protettiva, organizzativa e comunicativa.

 

Ci permette di:

  • comunicare agli altri il nostro bisogno di conforto, rassicurazione e aiuto,

  • di pianificare il nostro futuro in modo da preservarci per quanto possibile da futuri malesseri,

  • di esprimere il nostro dolore per legarlo all'esperienza negativa vissuta e portare dentro di noi ciò che di bello con essa è stato perduto, al fine di riaprirci con fiducia alle gioie che il mondo può darci.

     

La tristezza può costituire:

  • la reazione emotiva momentanea a un evento spiacevole (ad es. un fallimento lavorativo),

  • uno stato dell'umore che normalmente si protrae per un certo periodo di tempo in seguito a un lutto o alla fine di una relazione,

  • uno stato dell'umore protratto che accompagna l'insoddisfazione relativa a una condizione personale indesiderata.

     

Essa influenza i sentimenti, i pensieri, i comportamenti e le condizioni fisiche, e può manifestarsi tramite una diminuzione d’energia, una momentanea perdita di interesse o di desiderio, ridotta capacità di concentrarsi.

 

Se stati emotivi di tristezza sono normali nell'esperienza di ciascuno di noi, in alcuni casi essi possono prendere il sopravvento, presentandosi in una maniera talmente schiacciante e/o persistente da limitare significativamente il proprio benessere e divenire patologici.

Si può rimanere a lungo tristi perché intimamente insoddisfatti di sé e privi di speranza per il futuro: gli eventi avversi della vita possono così divenire una tragedia insuperabile, e talvolta neanche eventi positivi riescono a smuovere uno stato d'animo che sembra non volerci abbandonare.

 

Gli eventi spiacevoli della nostra vita passata, relazioni insoddisfacenti con i nostri genitori o traumi che ci hanno segnato possono averci portato a sviluppare credenze patogene, a volte anche completamente inconsce, per cui giungiamo a sentirci privi di valore, immeritevoli delle cose belle che desideriamo, destinati alla solitudine, cattivi o sleali se ci allontaniamo da situazioni, persone o idee che limitano il perseguimento della nostra felicità.

 

Ogni tristezza necessita di essere accolta e compresa. Ognuno di noi ha il bisogno vitale di esprimere il proprio malessere e di trovare conforto e aiuto.

 

Quando la tristezza non passa, non riusciamo a sentirci compresi, abbiamo perso la speranza o la voglia di reagire, o nulla sembra interessarci più, rivolgersi a uno psicologo può aiutarci a divenire consapevoli dei motivi del nostro malessere, superare le convinzioni, coscienti o meno, che ci tengono ancorati a esso e trovare nella nostra quotidianità braccia sensibili che sappiano accogliere il nostro dolore e camminare con noi verso la felicità.

 

 

Dott.ssa Giorgia Abate