Meglio soli che male accompagnati?

Origini, funzione e problemi della Distanza Emotiva

 

 

 

 

Vi è mai capitato di pensare “meglio soli che male accompagnati”?

Vi è mai successo di credere che in futuro non vi sareste affezionati a nessuno perché “tanto … mi faccio solo del male”?

 

 

 

Con il termine distanza emotiva si fa riferimento a una tendenza a non coinvolgersi emotivamente nel rapporto con gli altri.

 

 

 

Essa si può manifestare con:

 

  • una difficoltà ad affidarsi agli altri, a chiedere aiuto sia per questioni pratiche sia su un piano emotivo (ad es. parlare dei propri problemi e ricercare conforto);

  • la tendenza a evitare di esprimere i propri sentimenti;

  • l'idea che manifestare le proprie emozioni sia segno di debolezza;

  • l'evitamento o la rinuncia a creare relazioni intime;

  • isolamento o promiscuità;

  • tendenza a fuggire dai rapporti quando cominciano a diventare più stretti;

  • l'idea di essere inadeguati o di poter essere feriti dagli altri;

  • paura di sentirsi sopraffatti, dipendenti o imprigionati dalla relazione con gli altri.

 

Aristotele, già nel IV sec. a.C., definiva l’uomo come animale sociale, facendo riferimento al bisogno, intrinseco ad ogni essere umano, della presenza dell’altro. Nessun uomo è un’isola, ma qualsiasi persona necessita di qualcuno, simile a lui ma al contempo diverso, che lo riconosca e lo comprenda.

 

Diversi studi hanno dimostrato come fin dalla nascita ognuno di noi abbia bisogno di persone amorevoli che, oltre e più che a fornirgli cibo e cure fisiche, siano in grado di proteggerlo, incoraggiarlo e amarlo.

 

Le relazioni che viviamo nel corso dei primi anni della nostra vita e in quelli a seguire ci porteranno a sviluppare delle aspettative, consapevoli e inconsapevoli, che influenzeranno il modo con cui tenderemo a considerare noi stessi e gli altri. Queste aspettative, vere e proprie credenze sulla realtà, guideranno le strategie che metteremo in atto per appagare i nostri bisogni, compresi i nostri bisogni di sostegno e conforto, d'amore, d'amicizia, di collaborazione e di gioco, i bisogni che richiedono necessariamente rapporti positivi con le altre persone.

 

Perché, allora, possiamo sentire di doverci allontanare dagli altri? Perché l'idea di stringere dei rapporti può giungere a farci paura? Perché arrivare pensare che è “meglio stare da soli”?

 

La ricerca di momenti di solitudine – in cui rilassarsi, leggere, studiare, pensare, riflettere, riposarsi, giocare, eccetera – è normale e sana.

Tuttavia, il rifiuto o la paura di relazionarci alle altre persone o di stringere dei rapporti – siano d'amore, d'amicizia o lavorativi – intensi e duraturi priva la persona del normale e universale bisogno dell'altro e spesso conduce a una significativa sofferenza psicologica.

 

Vediamo alcune situazioni in cui ciò può verificarsi.

 

  • Quando abbiamo fatto esperienza di relazioni in cui ci dovevamo continuamente mettere da parte le nostre esigenze per occuparci degli altri e magari siamo giunti a crederci responsabili del benessere delle persone per noi importanti e di doverci prodigare sempre per loro, l'idea di legarci a qualcuno potrebbe divenire “soffocante” poiché sentendo erroneamente di non poter dare spazio ai nostri bisogni, possiamo isolarci, tendere a fuggire o limitarci a mantenere solo rapporti superficiali.

 

  • Similmente, possiamo tendere a distaccarci emotivamente dagli altri quando sentiamo, consciamente o meno, che reclamare i nostri spazi, allontanarci o pensare diversamente dalle persone a cui vogliamo bene, dire di No, costituisca una grave colpa, faccia stare male gli altri o ci porti a non essere accettati; ciò spesso si verifica quando abbiamo fatto esperienza di genitori che criticavano la nostra indipendenza o si angosciavano quando ci allontanavamo da loro.

 

  • È possibile che ciò accada anche quando crediamo, consciamente o meno, di non essere persone meritevoli d’amore e attenzioni, o di essere destinati all'abbandono, a critiche o a maltrattamenti, perché magari ci è accaduto questo nel nostro passato.

 

  • Il distacco emotivo può anche verificarsi quando le esperienze della nostra vita ci hanno portato a credere che sia sbagliato o da deboli esprimere le nostre emozioni e affezionarci alle persone.

 

  • Infine, possiamo isolarci dal mondo quando ci sentiamo inconsciamente in colpa ad avere una vita migliore di quelle persone che abbiamo molto amato, ma che hanno distrutto la loro.

 

Chi mette in atto una distanza emotiva non è qualcuno che non ha bisogno degli altri. È piuttosto una persona che ne ha molto bisogno, ma ne ha molto paura.

Contattare uno psicologo potrebbe aiutarti a comprendere e superare le paure che ti ostacolano dal soddisfare il bisogno che tutti abbiamo di ottenere l'amore di cui necessitiamo, continuando ad amare noi stessi.

 

Dott.ssa Giorgia Abate