Paura di arrivare in ritardo?
Avete un appuntamento alle 15.00 e già alle 14.00 avete la paura di non fare in tempo? Programmate 5 sveglie consecutive per non rischiare di fare tardi all'incontro?
Essere puntuali è l’obiettivo!
Il desiderio di arrivare puntuali è normale, in quanto la puntualità è un segno di rispetto nei confronti delle persone che ci aspettano e ci consente di prendere con serietà e responsabilità gli impegni presi. Il nostro mondo è fatto di regole, e la puntualità è una di esse, ed è necessario che ne teniamo conto per affrontare la nostra quotidianità, soddisfare i nostri bisogni, appagare i nostri desideri e raggiungere i nostri obiettivi.
Tuttavia, anche gli imprevisti sono normali!
Allo stesso modo, sono normali le nostre debolezze e le nostre fragilità, ed è normale che possano emergere bisogni che è giusto prendere in considerazione senza mettere in primo piano l'impegno preso.
Non tutto dipende da noi! E nulla è più importante del nostro benessere!
L'autobus che non passa, la macchina che non parte, il telefono dimenticato a casa, una notizia che ci ha sconvolto, un mal di pancia... imprevisti che possono accadere e che rischiano di farci arrivare in ritardo. Capita, è umano!
Ma non sempre ci si sente sereni a questa normale e perdonabile eventualità!
Perché la possibilità di arrivare in ritardo ci preoccupa? Cosa potrebbe succedere?
“Il mio capo mi rimprovererà”; “Perdo l'aereo”; “Non è giusto che lo faccia aspettare, non è rispettoso!”; “Non voglio risultare inaffidabile!”; e così via. “Ok, va bene, ma sei perfettamente in tempo... e poi... può capitare... mica è un dramma!” “No, no, no... non deve accadere!”
A volta la puntualità non ha a che fare unicamente con l'essere puntuali. Alla base dell'eccessiva ansia di arrivare in ritardo potrebbero esserci credenze patogene irrazionali di diverso tipo, non sempre consapevoli. Alcuni esempi:
Se non sono perfetto, impeccabile, deluderò gli altri e verrò criticato, che può tradursi con la preoccupazione: “cosa penseranno gli altri di me? Si arrabbieranno, mi considereranno una persona inaffidabile, di poco valore...”
Se mi occupo dei mie bisogni, invece di occuparmi dei bisogni degli altri, li farò stare male, che può tradursi con la preoccupazione: “creo problemi a tutti se faccio tardi” oppure “poverino, non è giusto farlo aspettare: si annoierà, gli farò perdere tempo!”
Se sono autonomo e mi separo, sarò sleale con le persone a cui tengo, le ferirò e non sarò accettato, che può portare, ad esempio, ad accettare di fare qualcosa che non si desidera; il ritardo può essere un modo inconscio per esprimere il proprio disappunto: “sono troppo stanco, non mi va proprio di uscire... ma ci rimarrebbero male e poi magari la nostra amicizia potrebbe indebolirsi... uff... devo andare... oddio è tardissimo...!”
Se sono felice e mi realizzo, farò un torto alle persone a cui voglio bene che sono insoddisfatte della loro vita, e in questo caso la tendenza ad arrivare tardi, magari ad appuntamenti molto importanti per noi, può essere un modo inconscio per boicottarsi e lenire i sensi di colpa che deriverebbero dal perseguire i propri desideri, il proprio benessere e la propria felicità.
Le credenze patogene si sviluppano, in maniera principalmente inconscia, da traumi o da esperienze che si sono ripetute nel corso della nostra vita e che ci hanno portato ad associare il perseguimento di un nostro bisogno sano e normale a un pericolo per sé (es. essere di scarso valore, non essere accettato) o per le persone amate (es. li farò stare male). Esse costituiscono delle modalità difensive con cui ci adattiamo a un ambiente non sensibile ai nostri bisogni, al fine di preservarci da situazioni spiacevoli e mantenere una relazione quanto più positiva possibile con le persone a cui vogliamo bene. Non potendo cambiare gli altri per ottenere da loro l'amore, la comprensione, il sostegno, l'accettazione di cui abbiamo bisogno, finiamo per cambiare noi stessi e a credere poi, da adulti, di non poter trovare ciò di cui abbiamo bisogno senza sottometterci a quelle “regole traumatiche” che abbiamo imparato.
Per superare l'influsso negativo del nostro passato e sentirci in diritto di arrivare puntuali così come di arrivare in ritardo, rivolgersi a uno psicologo può aiutarci non solo a divenire consapevoli delle nostre credenze patogene e a superarle, ma anche a vivere la nostra vita con più serenità. Perché sbagliare è umano … arrivare in ritardo pure... e giungere in tempo a un appuntamento tanto desiderato è un nostro diritto!
Dott.ssa Giorgia Abate