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Quando siamo afflitti da ansia, inibizioni o tristezza, quando siamo intrappolati in autocolpevolizzazioni senza fine o in un odio che non riesce ad assopirsi, la verità è che stiamo continuando a prendercela con noi stessi e non con chi ci ha fatto del male. Rimaniamo intrappolati in una gabbia di perdono o odio inconsistente, e non riusciamo mai davvero a perdonare, davvero a perdonarci, davvero a lasciarci alle spalle il nostro passato e ad andare avanti verso la vita che vogliamo.
La perdita di una persona cara costringe un individuo che ne fa esperienza ad affrontare un percorso di sofferenza che assume caratteristiche molto soggettive. Molti sono gli aspetti che influiscono sulle modalità con cui elaboriamo la morte di una persona amata o la fine di una relazione importante: la nostra personalità, i nostri modi abituali di affrontare la sofferenza, le nostre esperienze passate, il contesto ambientale in cui viviamo.
La tristezza è un'emozione che normalmente si attiva in reazione a eventi che ostacolano i nostri desideri e si oppongono alla realizzazione del nostro benessere. È una risposta innata a frustrazioni, separazioni o perdite che ha una funzione protettiva, organizzativa e comunicativa. Si può rimanere a lungo tristi perché intimamente insoddisfatti di sé e privi di speranza per il futuro.